1925
Rocco Genovese nasce a Trapani il 4 settembre 1925.
Il padre Giuseppe Eugenio Genovese di Erice (TP) è ingegnere capo al comune di Trapani negli anni trenta. La madre Giuseppina Palma di Palermo è maestra di pianoforte.
1947
Dopo gli studi dell’obbligo nel 1947 si trasferisce a Roma a 22 anni e si iscrive alla facoltà di Architettura.
1951
Nel '51 sposa Wanda Angelini con cui ha due figli, Giuseppe (Pino) e Manlio nati rispettivamente nel 1953 e nel 1956.
1953
Nel frattempo anche i genitori si trasferiscono a Roma e il padre inoltre acquista una terra e costruisce una casa a Torre San Lorenzo (Ardea, Roma) dove Rocco ha un primo studio d’arte. Progetta e fa realizzare anche mobili per la sua casa romana.
1958
Siamo negli anni tra i ’50 e i ‘60, a Roma frequenta un gruppo di artisti noti come gruppo “Origine” tra i quali Burri, Mannucci, Colla. Con Ettore Colla si frequentano spesso abitando vicino e insieme nel 1958, collaborano all’ultimo numero della rivista d’arte “Artivisive” di cui Colla era direttore.
Rocco ha uno studio a Corso Francia dove produce molti quadri materici, alcuni da lui chiamati “cuoi” per la somiglianza con tale materiale, ma che sono di cartone legno trattato. Altri sempre di cartone legno, quadri gestuali tinti generalmente bianco o nero con Ducotone (una pittura acrilica murale).
Ricalcano l’arte informale attribuita ad Alberto Burri pur essendo lavori molto personali. Non porta avanti questa ricerca, anzi elimina quasi tutto ciò che ha prodotto tranne poche opere salvate dall’amico architetto Alfio Castello.
Non si laurea quindi in Architettura ma si immerge totalmente nella ricerca artistica.
1974
È un periodo molto produttivo ma di isolamento da mostre, incontri nel mondo dell’arte, pur rimanendo in contatto con altri artisti amici come
Cosimo Carlucci,
Vittorio Parisi e critici come
Lorenza Trucchi, sempre
Crispolti,
Emilio Garroni. Anche qualche giovane interessato all’arte frequenta lo studio, tra i quali
Costas Varotsos, oggi noto, che allora era studente delle belle arti a Roma.
Non smette mai di disegnare, principalmente con una penna a sfera, una Staedtler. Molti sono progetti geometrici legati allo sviluppo delle sculture, alcuni addirittura progetti a rilievo realizzati con cartoncino denominati “Scatole Magiche”. Precedentemente aveva usato anche l’inchiostro di china con penne di canna da lui stesso preparate, disegni ritmici legati spesso alle strutture.
Disegna a china una serie di progetti chiamati “Corali”. Per alcuni di questi sviluppa anche il progetto architettonico con l’idea di una possibile realizzazione proprio nel litorale di Lavinio. Con un breve e sintetico scritto precisa quello che è il suo pensiero riguardo i progetti. Ma è anche in parte l’intento della sua intera opera.
1981
Realizza una sua idea di abitazione progettando l’interno di un appartamento privato e realizza dei mobili scultura usando sempre il suo metodo costruttivo.
Piuttosto difficili i suoi ultimi anni di vita, specialmente dopo la morte di Wanda nel 1980.
Alcune sculture in legno scuro di mogano e molti gioielli in oro sono i suoi ultimi lavori.
Muore a Roma il 22 Maggio 1981.